CGIL e UIL non firmano la pre-intesa del contratto pubblico impiego – funzioni centrali
Situazione che riflette I fondati timori delle lavoratrici e dei lavoratori
È recentissima la notizia riferita alla non firma della pre-intesa da parte delle categorie CGIL e UIL del pubblico impiego per il rinnovo del contratto Funzioni Centrali.
Corre l’obbligo evidenziare che nell’ultimo periodo, nel comparto pubblico, il primo a fare da apripista affermando il proprio no a contratti ritenuti inadeguati o peggiorativi è stato Giuseppe D’Aprile della UIL SCUOLA RUA, che decise di non firmare il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021, posizione che comunque ha comportato il pagamento di un prezzo alto con il rischio dell’isolamento sindacale.
Restiamo in attesa di vedere quali saranno le decisioni sul rinnovo del CCNL scuola 2022-2024, mentre sta scadendo inesorabilmente il suo triennio di vigenza e si sarebbe dovuto aprire il tavolo per il CCNL scuola 2025-2027.
Sul versante del pubblico impiego, la presa di posizione delle due organizzazioni sindacali, seppur manifestatrice di una certa disponibilità all’apertura e al dialogo, anche attraverso il coinvolgimento dei lavoratori, è densa di un forte sentimento di malessere, abbastanza diffuso e sentito soprattutto nella provincia Bergamasca.
È notoria la copiosa carenza di personale rispetto a quanto previsto nelle piante organiche della PA nel nostro territorio, trattasi di un raffronto che immediatamente emerge rispetto alla bassa percentuale di disoccupazione e contestuale ricerca di mano d’opera anche oltre i confini europei nel settore privato.
Gli stipendi tabellari del pubblico impiego, confrontati con il caro vita, sono un dato di fatto, i profili professionali inferiori ne risentono enormemente, è pacifico che sotto il profilo economico gli stipendi non sono adeguati al reale costo della vita.
Si avverte il bisogno di una politica non caratterizzata da erogazioni di bonus una tantum, ma bensì da misure strutturali che affondino le proprie radici all’interno dei principi costituzionali, quali la tutela e la valorizzazione della famiglia, della maternità, delle politiche della casa e dell’abitare.
I lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di segnali concreti da parte del governo, tali da trasferire quella sicurezza necessaria a consentire non solo stabilità lavorativa ma anche lo stimolo necessario per una visione serena e positiva del proprio futuro.
Le attuali prese di posizione, poste in essere dalle due organizzazioni sindacali, al netto delle reciproche e differenti idee e storie di appartenenza, raffigurano il senso e la funzione che le organizzazioni sindacali esprimono in una nuova epoca storica, chiamate a fare i conti, con una rivoluzione tecnologica come la semplificazione digitale, ma soprattutto la galoppante intelligenza artificiale e la necessità di conciliare questi nuovi elementi al miglioramento del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori che richiedono un necessario adeguamento di carattere economico e sociale nella nuova epoca all’insegna dell’innovazione.