Siamo ancora troppo lontani da una Lombardia “Amianto-free”: 450 decessi l’anno per neoplasie dovute ad amianto.
In aumento i siti contaminati (204.988, oltre 5.000 in più del 2016). Le proposte dei sindacati regionali sul fronte sanitario e ambientale.
A venticinque anni dalla messa al bando con la legge n.257 del 1992, l’amianto continua ad uccidere. Ogni anno in Italia i decessi per neoplasie dovute all’amianto sono circa 4.000, con una crescita significativa delle vittime civili che non necessariamente hanno avuto una vita lavorativa di esposizione all’amianto, ma che hanno vissuto in ambienti contaminati. In Lombardia si stima che il numero sia pari a 450 decessi l’anno.
Sono solo alcuni dati emersi dal convegno “Amianto, problema irrisolto” organizzato questa mattina da Cgil, Cisl e Uil Lombardia, che hanno voluto fare il punto della situazione nella regione, sottolineando il valore della prevenzione e della sorveglianza sanitaria.
Sono intervenuti: Massimo Balzarini, segreteria Cgil Lombardia, Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia, Daniele Bailo, segreteria Uil Milano e Lombardia, Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, Elisabetta Confalonieri, dirigente U.O. Tutela Ambientale Assessorato all’Ambiente di Regione Lombardia, Maurizio Frascarolo, dell’U.O. Tutela Ambientale Assessorato all’Ambiente di Regione Lombardia, Carolina Mensi, responsabile Registro Mesoteliomi Lombardia, Giuseppe D’Ercole, presidente Fondo nazionale Vittime Amianto, Edoardo Bai, presidente Isde Milano, Giuseppe Sgorbati, direttore tecnico scientifico Arpa, Anna Pavan, direttore generale Ats Pavia.